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14 Luglio 2020

Crisi d’impresa, lockdown e fallimento

 

Con il secondo lockdown si sono aggravate le situazioni economico finanziarie delle nostre imprese, soprattutto nei settori che hanno sopportato le restrizioni più significative.

Abbiamo oggi una lunga serie di imprese a rischio di default, che spesso facciamo fatica ad identificare.

Una prima difficoltà interpretativa delle imprese in crisi è data dal rinvio delle disposizioni in merito al codice della crisi di impresa e dagli indicatori di rischio, differiti alla data del 1° settembre 2021 dal decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, e parimenti si è intervenuto con la sospensione dei fallimenti sino al 30 giugno 2021.

A latere di queste situazioni occorre tenere conto che oggi l’economia italiana vanta una serie di moratorie sui pagamenti per le imprese che di fatto non permettono di apprezzare pienamente lo stato di salute di tante aziende, che apparentemente mostrano un equilibrio finanziario di breve periodo, ma di fatto stanno sul mercato solo per effetto di disposizioni di favore, e precisamente alle moratorie collegate a:

  • mutui e finanziamenti in genere;
  • cartelle esattoriali.

A ciò si deve aggiungere anche il rimborso dei finanziamenti concessi con il decreto liquidità dello scorso Aprile, che scontano un lungo periodo di preammortamento, rinviando così il pagamento delle prime rate di rimborso della quota capitale.

Il quadro economico previsto ha diverse velocità: alcune aziende sapranno sfruttare le opportunità della ripresa economica ed altre, ad oggi invece tecnicamente non decotte, sono sul mercato solamente perché la norma non permette loro di fallire o, in alternativa, perché le moratorie hanno differito le loro scadenze nei confronti della Riscossione o del sistema bancario.

Non appena verranno meno le condizioni di favore che hanno permesso ai soggetti deboli di essere operativi, dovremo attenderci una lunga serie default.

Prevedere in anticipo gli scenari ipotizzabili alla scadenza delle moratorie potrebbe permettere in qualche situazione di procedere:

  • alla conservazione di un seppur minimo valore aziendale;
  • alla tutela dei posti di lavoro (seppure eventualmente in misura ridotta );
  • a scongiurare contraccolpi negativi di natura patrimoniale/penale a carico dei protagonisti aziendali.